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Maurizio Bottoni. Eterna pittura e Antonio Maria Nardi. I colori della vita.

Dal 5 luglio al 26 dicembre le sale del Castello Estense ospitano le mostre dedicate a Maurizio Bottoni e Antonio Maria Nardi.

ospitano due nuove mostre organizzate dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del
Comune di Ferrara: Maurizio Bottoni. Eterna pittura e Antonio Maria Nardi. I colori della vita.
La prima, curata da Vittorio Sgarbi, presenta al pubblico oltre cinquanta dipinti di Maurizio Bottoni,
uno dei più noti e apprezzati interpreti della figurazione contemporanea a livello europeo.
Milanese, classe 1950, Bottoni frequenta, giovanissimo, Giorgio de Chirico, che lo incoraggia a
ritornare “al mestiere”. Si dedica presto all’incisione e alla tempera su pergamena, alla preparazione
manuale dei colori, all’antico procedimento della “incamottatura” delle tavole e, soprattutto, decide di
percorrere la strada, mai più abbandonata, di una pittura di carattere realistico, che si nutre
costantemente degli esempi dei grandi maestri del passato. Lo dimostrano i dipinti presentati in
mostra, eseguiti dal 1974 ad oggi: immagini definite da atmosfere nitide e da una minuzia descrittiva e
una precisione di sapore fiammingo che inducono l’osservatore a riflettere sul “ruolo” della pittura.
Colto e raffinato, Bottoni affronta con spiccata intelligenza compositiva e formale i generi del ritratto e
della natura morta come pure i soggetti sacri. Celebra il grande spettacolo della natura nella serie
dedicata agli animali e nei dipinti di paesaggio, vedute che trasmettono un senso di grandezza e
potenza smisurata. Allo scorrere inesorabile del tempo accennano le foglie consumate, i gambi
afflosciati dei fiori e le sfere dei soffioni che si dissolvono nei suoi rigogliosi brani di vegetazione;
mentre la caducità della vita umana e la vanità delle cose terrene sono evocate dalle opere dove sono
protagonisti teschi e scheletri. La virtuosistica, “eterna pittura” di Bottoni, prode traghettatore dei
valori universali dell’arte nel nostro tempo, è stata celebrata in numerose e importanti esposizioni
anche oltre i confini italiani e commentata da rinomati intellettuali e storici dell’arte come Marco Bona
Castellotti, Giorgio Soavi, Roberto Tassi, Elena Pontiggia e Vittorio Sgarbi.
La seconda mostra, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e curata da Pietro Di Natale e Vasilij Gusella in
dialogo con l’Archivio Antonio Maria Nardi di Roma, presenta al pubblico oltre settanta opere – tra
dipinti, disegni a china e acquerelli – di Antonio Maria Nardi, al quale, già nel 1997, in occasione dei
cent’anni dalla nascita, avvenuta ad Ostellato, venne dedicata una personale al Museo dell’Illustrazione
di Ferrara.
Nardi frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si diploma nel 1916, ottenendo il “Premio
del Ministero” per un viaggio d’istruzione che tuttavia non svolge perché viene chiamato alle armi.
Attivo nel campo dell’editoria sin dal 1915, illustra nel quindicennio successivo circa cinquanta libri,
soprattutto per ragazzi e di soggetto religioso, e lavora per svariati periodici. In seguito si dedica a
opere di tema sacro, diventando, negli anni, uno degli autori più richiesti dall’ancora viva ed esigente
committenza ecclesiastica. Uomo di profonda fede, esegue innumerevoli murali e quadri chiesastici
caratterizzati da un classicismo senza tempo dapprima in Italia (a Bologna e dintorni, nel Rodigino, in
Trentino e nel Cadore, e pure in Umbria) e in Svizzera, poi in Brasile, dove abita e lavora con successo
dal 1949 al 1965: le numerosissime e impegnative commissioni religiose gli valgono il titolo di
commendatore dell’Ordine di San Silvestro papa conferitogli da Paolo VI nel 1964.
Parallelamente alle commissioni pubbliche Nardi coltiva, per tutta la vita, la pittura “da cavalletto”,
partecipando a numerosissime occasioni espositive (tra i vari riconoscimenti conviene ricordare il
quinto posto alla seconda edizione del premio Cremona del 1940). Rifiutando le proposte delle
avanguardie, rimane sempre fedele a una figurazione realistica che affronta nei generi tradizionali, dal
ritratto al nudo muliebre alla scena di genere e di conversazione, sino alla natura morta e al paesaggio.
Di questa produzione racconta la retrospettiva Antonio Maria Nardi. I colori della vita allestita al
Castello Estense, che ripercorre tutti i momenti della prolifica carriera del maestro, compresi gli inizi
da illustratore, documentati da chine e acquerelli del Fondo Medri della Biblioteca dei Musei Civici di
Arte Antica di Ferrara. Dalla ricca selezione delle opere eseguite tra il 1917 e il 1973 emerge la
coerenza di una ricerca fondata sui valori della tradizione e più in generale quella passione per la
pittura che, sin dal 1924, Nardi considerava il suo «unico scopo, ragione unica di sofferenza e di
speranza».

Le splendide sale del piano nobile del Castello Estense ospitano due nuove mostre organizzate dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara: Maurizio Bottoni. Eterna pittura e Antonio Maria Nardi. I colori della vita.

La prima, curata da Vittorio Sgarbi, presenta al pubblico oltre cinquanta dipinti di Maurizio Bottoni, uno dei più noti e apprezzati interpreti della figurazione contemporanea a livello europeo. Milanese, classe 1950, Bottoni frequenta, giovanissimo, Giorgio de Chirico, che lo incoraggia a ritornare “al mestiere”. Si dedica presto all’incisione e alla tempera su pergamena, alla preparazione manuale dei colori, all’antico procedimento della “incamottatura” delle tavole e, soprattutto, decide di percorrere la strada, mai più abbandonata, di una pittura di carattere realistico, che si nutre costantemente degli esempi dei grandi maestri del passato. Lo dimostrano i dipinti presentati in mostra, eseguiti dal 1974 ad oggi: immagini definite da atmosfere nitide e da una minuzia descrittiva e una precisione di sapore fiammingo che inducono l’osservatore a riflettere sul “ruolo” della pittura. Colto e raffinato, Bottoni affronta con spiccata intelligenza compositiva e formale i generi del ritratto e della natura morta come pure i soggetti sacri. Celebra il grande spettacolo della natura nella serie dedicata agli animali e nei dipinti di paesaggio, vedute che trasmettono un senso di grandezza e potenza smisurata. Allo scorrere inesorabile del tempo accennano le foglie consumate, i gambi afflosciati dei fiori e le sfere dei soffioni che si dissolvono nei suoi rigogliosi brani di vegetazione; mentre la caducità della vita umana e la vanità delle cose terrene sono evocate dalle opere dove sono protagonisti teschi e scheletri.

La seconda mostra, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e curata da Pietro Di Natale e Vasilij Gusella in dialogo con l’Archivio Antonio Maria Nardi di Roma, presenta al pubblico oltre settanta opere – tra dipinti, disegni a china e acquerelli – di Antonio Maria Nardi, al quale, già nel 1997, in occasione dei cent’anni dalla nascita, avvenuta ad Ostellato, venne dedicata una personale al Museo dell’Illustrazione di Ferrara. Nardi frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si diploma nel 1916, ottenendo il “Premio del Ministero” per un viaggio d’istruzione che tuttavia non svolge perché viene chiamato alle armi. Attivo nel campo dell’editoria sin dal 1915, illustra nel quindicennio successivo circa cinquanta libri, soprattutto per ragazzi e di soggetto religioso, e lavora per svariati periodici. In seguito si dedica a opere di tema sacro, diventando, negli anni, uno degli autori più richiesti dall’ancora viva ed esigente committenza ecclesiastica. Uomo di profonda fede, esegue innumerevoli murali e quadri chiesastici caratterizzati da un classicismo senza tempo dapprima in Italia (a Bologna e dintorni, nel Rodigino, in Trentino e nel Cadore, e pure in Umbria) e in Svizzera, poi in Brasile, dove abita e lavora con successo dal 1949 al 1965: le numerosissime e impegnative commissioni religiose gli valgono il titolo di commendatore dell’Ordine di San Silvestro papa conferitogli da Paolo VI nel 1964. Parallelamente alle commissioni pubbliche Nardi coltiva, per tutta la vita, la pittura “da cavalletto”, partecipando a numerosissime occasioni espositive (tra i vari riconoscimenti conviene ricordare il quinto posto alla seconda edizione del premio Cremona del 1940). Rifiutando le proposte delle avanguardie, rimane sempre fedele a una figurazione realistica che affronta nei generi tradizionali, dal ritratto al nudo muliebre alla scena di genere e di conversazione, sino alla natura morta e al paesaggio. Di questa produzione racconta la retrospettiva Antonio Maria Nardi. I colori della vita allestita al Castello Estense, che ripercorre tutti i momenti della prolifica carriera del maestro, compresi gli inizi da illustratore, documentati da chine e acquerelli del Fondo Medri della Biblioteca dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara. Dalla ricca selezione delle opere eseguite tra il 1917 e il 1973 emerge la coerenza di una ricerca fondata sui valori della tradizione e più in generale quella passione per la pittura che, sin dal 1924, Nardi considerava il suo «unico scopo, ragione unica di sofferenza e disperanza».

 

Comunicato stampa completo

 

Maurizio Bottoni. Eterna pittura

A cura di Vittorio Sgarbi


Antonio Maria Nardi. I colori della vita

Da un’idea di Vittorio Sgarbi

A cura di Pietro Di Natale e Vasilij Gusella


Mostre organizzate da

Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara

 

Informazioni e biglietteria

0532 419180

castelloestense@comune.fe.it

 

Ufficio stampa

comunicazione.ferrararte@comune.fe.it

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