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Tu sei qui: Home Il Castello Il monumento L'evoluzione 1450 - 1861

1450 - 1861

Modifiche rinascimentali

Nella seconda metà del '400 il cronista Equicola scrive: "si dette principio a lavorare a Castelvecchio per finirlo".Iniziarono lavori destinati a riadattare la fortezza ai mutati bisogni del tempo.

Il Castello di S. Michele manteneva comunque un uso prettamente militare, ma già a partire dal 1450, sotto il marchese Borso d'Este, alcune sale erano state utilizzate a scopo abitativo e d'ufficio.

In quell’epoca infatti si era costruito un ponte in legno che univa il primo piano del palazzo di Corte al Castello, aprendo una comoda e veloce via di fuga in caso di pericolo verso un luogo sicuro.

Sotto il ducato di Ercole I, a partire da 1479, la duchessa Eleonora d’Aragona trasferì la propria corte definitivamente in Castello. Il cambiamento a residenza di alcune parti del piano primo comportò ulteriori modifiche al Castello che gradualmente assunse sempre di più le forme di un palazzo di corte.

Il ponte di collegamento che già univa l'antica dimora estense con la fortezza venne costruito in muratura, sopraelevato e chiuso e venne a presentarsi come una vera e propria Via Coperta. Si intervenne significativamente anche nel cortile interno, si realizzò il portico e sopra di esso un grande salone d'onore ed una lunga balconata sul lato esterno ad ovest, tra la torre chiamata Marchesana e la torre dei Leoni, che portava verso un piccolo giardino pensile.

Con queste modifiche il Castello cominciò a 'vestirsi' delle nuove caratteristiche di una residenza rinascimentale, e dal 1492, con la realizzazione dell'Addizione Erculea, si trovò al centro della città, cerniera ideale e stilistica tra i quartieri medievali e quelli rinascimentali. E' di questo periodo l'abbattimento della famosa Porta dei Leoni e delle mura ad essa collegate in vista del nuovo sviluppo urbano di Ferrara.

 

Da fortezza militare a residenza ducale

Nei primi anni del '500, sotto il ducato di Alfonso I, continuarono i lavori di adattamento del Castello di S. Michele che ormai acquistava sempre più un'immagine di residenza nobiliare adibita alla vita di corte. Le trasformazioni ducali avvennero solo ai piani superiori dell'edificio, mentre quelli inferiori continuarono a ricoprire un ruolo strettamente difensivo del palazzo.

Il nome del duca Alfonso I si lega alla realizzazione degli appartamenti della Via Coperta, a partire dal 1502, per la moglie Lucrezia Borgia. In quell’ala Alfonso realizzò i famosi Camerini Dorati, i “Camerini di Alabastro”, sede della sua prestigiosa e ricca raccolta d’arte. Venne apportata anche una significativa modifica alla zona del Rivellino est, monca della demolita porta dei Leoni, ove si aprirono al piano terra le grandi Cucine Ducali ed al primo piano si ampliò il giardino pensile.

Dal 1554, a causa di un furioso incendio che si propagò attorno alla Torre di Santa Caterina e che colpì tutta l'ala occidentale del maniero, ebbe impulso un nuovo ciclo di lavori di trasformazione del Castello.

In un primo momento Ercole II aveva realizzato il suo appartamento ducale ancora presso il vecchio palazzo di corte in un’ala che divideva il giardino delle Duchesse, dal cortile esterno del Castello, ma, forse proprio sotto l’impulso delle opere di riparazione al Castello, decise di realizzare per se un nuovo appartamento proprio attorno alla torre di Santa Caterina: l’appartamento della Pazienza.

Da quel momento Girolamo da Carpi fu chiamato, da Ercole II prima e da Alfonso II poi, ad attuare la grande e definitiva trasformazione architettonica rinascimentale del Castello che cambiò completamente la propria “forma” anche a seguito di un ulteriore disastroso evento, il terremoto del 1570. L’architetto perseguì una idea progettuale tipicamente manierista: innalzò di un piano sia le torri che tutta la cortina muraria, eliminò le merlature e utilizzò i beccatelli come semplici mensole per sostenere le balaustre in pietra d'Istria. Una vera innovazione fu poi l’adozione di un sistema di logge-altane al primo piano attorno alla torre dei Leoni. Una passeggiata per la delizia della corte che cominciava dalla Loggia dei Veleni, attraversava il balcone della Torre dei Leoni, proseguiva nella Loggia dell'Aurora ed arrivava fino all'elegante Loggia degli Aranci con l'attiguo Giardino, ove era stato realizzato il delizioso muretto, decorato originariamente a finto marmo policromo, che permetteva di ammirare le nuove strutture del castello e la città.

Alla morte di Girolamo da Carpi i lavori vennero terminati da Alberto Schiatti con la costruzione delle edicole sulle altane delle torri. Egli, in veste di architetto di corte, anche sotto il ducato di Alfonso II, riparò i danni causati dal terremoto del 1570. A partire dal 1565, gli affreschi dell’appartamento che Alfonso II fece approntare per se, tra la torre dei Leoni e quella di Santa Caterina, furono affidati all’opera della famiglia Filippi. Camillo Filippi e i figli Cesare e Sebastiano, detto il Bastianino, insieme ad altri artisti, realizzarono le nuove decorazioni della camera dell'Aurora, della Saletta e del Salone dei Giochi. Sempre nei pressi della Torre dei Leoni fu realizzata una Cappella privata completamente in marmo. Nel 1577 le pareti del cortile interno vennero decorate con oltre duecento immagini a chiaroscuro su fondo giallastro raffiguranti i principi Estensi, ciclo encomiastico mitologico della famiglia.

 

Dal governo pontificio all'Unità d'Italia

Nel 1598 gli Estensi dovettero abbandonare Ferrara per la mancanza di un erede legittimo riconosciuto dalla Chiesa che potesse prendere in mano il governo. Così dopo la devoluzione della città allo Stato Pontificio arrivarono i cardinali legati che occuparono il Castello fino al 1859.

A livello architettonico l'edificio non subì grandi trasformazioni. L'unica opera di arricchimento fu effettuata nella zona attorno alla Torre di S. Caterina, soprattutto nel Rivellino nord dove nel XVIII secolo venne ristrutturato l'appartamento dei cardinali. Attorno al parapetto del fossato furono inserite due cancellate con relative scale in marmo per facilitare l'ingresso delle merci in città.

Nel 1770 il cardinale Scipione Borghese collegò l'entrata nord del Castello con la Via degli Angeli, dal balcone in legno sul rivellino egli poteva controllare le tre porte d'accesso alla città.

Tra il 1862 e il 1865 l'antico Canale Panfilio fu definitivamente interrato e divenne un collegamento sotterraneo utilizzato per alimentare l'acqua del fossato.

Nel 1858 monsignore Pietro Gramiccia diede inizio agli abbellimenti di parecchi vani del Castello: la Sala degli Stemmi fu ridipinta con nuove decorazioni che tesero a cancellare le preesistenze seicentesche.

Nel 1874 l'Amministrazione Provinciale per £. 70.000 acquistò all’asta il Castello di cui è tuttora proprietaria.

Dagli anni '80 è stata messa in atto una politica di recupero e valorizzazione del monumento che ha portato al restauro di diverse parti sino alla destinazione di tutte le parti artisticamente e storicamente più interessanti da dedicare al percorso pubblico con la sola eccezione del piano secondo ove si trova ancora la sede della Provincia.

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