La genealogia estense
Gli Este figuravano fra le più antiche dinastie signorili italiane e - soprattutto dopo la caduta degli Scaligeri, dei Carraresi, dei Visconti - se ne mostravano ben consapevoli.
Di qui l’investimento precoce della propaganda di corte negli studi genealogici, volti ad attestare la maggior vetustà - dunque nobiltà - della stirpe estense rispetto a qualsiasi altra nella Penisola: già alla fine del Quattrocento letterati come Pellegrino Prisciani dedicarono studi approfonditi agli antichi rapporti di consanguineità che legavano la casata alle maggiori schiatte europee, non ultima quella imperiale.
Nel secolo successivo questi studi costituirono uno dei principali filoni della letteratura encomiastica in occasione della “disputa di precedenza” con i Medici, quando le due dinastie si contesero per decenni il diritto di precedersi nella gerarchia delle Case regnanti, ciascuna vantando autonomi diritti di prelazione al titolo granducale.
Proprio il Castello fu uno dei principali teatri di tali ostentazioni: nel 1577 il cortile venne interamente affrescato con le effigi degli antenati della Casa d’Este, gigantesca genealogia dipinta - e in parte inventata - su cartoni di Pirro Ligorio, ben presto lasciata deperire dai papi dopo la devoluzione della città alla Santa Sede nel 1598.